Autocelebrazione
L'ensemble vocale Exaudi dà sempre nuovi colori alle composizioni vocali di Jürg Frey.

Gli accordi che si susseguono con tanta regolarità sembrano familiari eppure non lo sono, soprattutto nella loro sequenza. Passano attraverso i minuti, cambiando costantemente, a volte di più, a volte di meno, ma non per compiacere le sfumature. A volte i suoni si bloccano nel tempo, altre volte ci sorprendono con colpi di scena, poi tornano a essere costanti; il serpeggiare e il progredire non sono più opposti. Eccetera. Qualcosa di simile si potrebbe dire di molti brani del compositore di Aarau Jürg Frey, come il secondo album di musica per pianoforte registrato dal pianista olandese Reinier van Houdt (Compositore, da solo; Elsewhere Music, 3 CD).
Ma la voce umana aggiunge una qualità diversa: qualcosa di caldo, leggermente instabile e più vivace. Il brillante ensemble vocale londinese Exaudi, fondato nel 2002 e specializzato in nuova musica, ha ora registrato sei opere di Frey. La maggior parte di esse risale all'ultimo decennio e tuttavia, nonostante la loro uniformità stilistica, mostrano una certa diversità. Per esempio nella scelta dei testi, che vanno da una sua poesia a poesie dell'Estremo Oriente e a Emily Dickinson. Il colore armonico e vocale cambia in ogni brano. Alcuni movimenti sono luminosi come il giorno, altri sono ombreggiati, persino con una certa penombra. A volte si tratta di suoni che penetrano solo debolmente nell'orecchio, ma che lì dispiegano il loro dolce splendore. Un minimo di enfasi, che si presenta raramente, ha già un grande effetto. Sì, a volte si avverte anche una certa spiritualità, come una focalizzazione su un punto esterno. E tra l'altro, diventa chiaro quanto lontano abbiano viaggiato questi suoni esteriormente poco appariscenti: Non si sentono solo a Londra, ma anche a Montreal, New York, Tokyo e ovunque: l'umile, il solitario, il solitario diventa - ancora una volta - cosmopolita.
Jürg Frey: Voci. Exaudi Vocal Ensemble; diretto da James Weeks. Nuovi dischi